Voucher o buoni lavoro nella Legge di Bilancio

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I voucher o buoni lavoro servono per sconfiggere, o almeno provarci, il lavoro in nero. Sono l’ideale per pagare la colf, la baby o dog sitter, chi fa le ripetizioni ai figli e tanto altro.

I voucher o buoni lavoro possono essere divisi in due categorie il “Libretto di Famiglia” oppure “Il Contratto di Prestazione Occasionale (PrestO)”.

Con la nuova legge di Bilancio si sono rivisti le tipologie con cui pagare chi presta dei lavori occasionali per noi come ad esempio la colf, la baby o dog sitter o chi fa ripetizioni ai figli. Ovviamente però sempre senza andare contro la legge sia chiaro quindi combattere, e sconfiggere, il lavoro “in nero”.

I Voucher sono nati nel 2003 e hanno davvero preso piedi nel nostro Paese tanto da passare da due milioni il primo anno in cui sono usciti per diventare la bellezza di 135 milioni nel 2015.

Tipologie

Voucher o buoni lavoro nella Legge di Bilancio

Le tipologie dei voucher o buoni lavoro sono due. Il Libretto di Famiglia è pensato per coloro che vogliono svolgere dei piccoli lavoretti. Si tratta di persone fisiche. E’ l’ideale per coloro che vogliono fare dei lavoretti in regola come le ripetizioni o le colf.

Mentre per quanto concerne il Contratto di Prestazione Occasionale (PrestO) è pensato per lavoratori autonomi, professionisti, fondazioni o associazioni. E quali lavori si possono fare con questo tipo di contratto? E’ l’ideale per il turismo o per l’agricoltura. Questo tipo di contratto è per studenti universitari o per persone sotto i 25 anni d’età che siano però iscritti a un corso di studi oppure a pensionati ma anche per coloro che percepiscono un qualsivoglia indennità e così pure a detenuti che possano fare lavoro esterno.

I limiti

L’utilizzatore di questo tipo di servizio deve arrivare a spendere in un anno al massimo di 10mila euro mentre per quanto concerne il lavoratore può incassare al massimo 2.500 euro di compensi da un solo committente e un totale di 5.000 euro da tutti coloro che lo usano in un anno.

Quanto ammontano i soldi che incassa il lavoratore?

L’ammontare della cifra che percepisce il lavoratore dipende che si tratti di p”Libretto Famiglia” piuttosto che dal “Contratto di Prestazione Occasionale (PrestO)”.

Difatti con Libretto Famiglia su 10 euro in tasca al lavoratore finiscono 8 euro mentre il resto va tra tasse e oneri gestionali vari ed eventuali.

Per quanto concerne il discorso Contratto Famiglia (PrestO), invece, viene lasciata la possibilità di accordarsi alle due parti però la remunerazione non deve essere inferiore a 36 euro per 4 ore per giorno e, quindi, questo vuol dire 9 euro all’ora. Sono però esclusi assicurazione e contribuzione pensionistica.

Vantaggi

Voucher o buoni lavoro nella Legge di Bilancio

Il lavoratore non deve fare nessun contratto dato che la prestazione è temporanea per definizione. Nella prestazione è già compreso sia la copertura assicurativa sia quella previdenziale e se ci si fa male non vi sono problemi dato che si è in regola. Lavorare in maniera saltuaria non va a incidere nè sullo stato di disoccupazione nè sul conteggio dell’Isee che serve per avere diritto, tra gli altri, ai bonus statali. E, ovviamente, sarà esente dalle tassazioni statali.

Come fare

Il committente o il lavoratore devono registrarsi sulla piattaforma dell’Inps ed accedere con lo Spid alla voce “Prestazione di lavoro occasionale: libretto di famiglia” oppure tramite i patronati. Entro il terzo giorno successivo alla prestazione di lavoro bisogna comunicare i dati esatti incluso quanto pattuito. Sarà poi cura dell’Inps entro 15 giorni del mese dopo erogare la cifra che si è concordata nel modo che si è stabilito al prestatore del servizio. Quello che va per la maggiore è il bonifico.

Per avere ulteriori informazioni visionare il sito internet https://www.fiscoetasse.com/domande-e-risposte/10747-cosa-sono-i-voucher-per-lavoro-occasionale-accessorio.html

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