Piume no meglio il sintetico 8 cose da sapere

Foto dell'autore

Piume no meglio il sintetico 8 cose da sapere

Anche le imbottiture sintetiche fanno bene il lavoro lavoro perciò meglio queste a quelle d’anatra o d’oca, non credi?

E’ vero i piumini tengono caldo (siamo quasi in primavera però non pò di freschino in modo particolare alla mattina e alla sera c’è ancora e si sentono addosso ancora volentieri), sono pratici, leggeri e comodi e sono l’ideale come trapunte da letto, cuscini, capispalla e giacche a vento.

Però ormai da qualche tempo a questa parte i più attenti all’ambiente iniziano a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle possibili sofferenze degli animali quando vengono spennati e in modo particolare le oche.

Piume no meglio il sintetico 8 cose da sapere.

Come ci si procura le piume?

Piume no meglio il sintetico 8 cose da sapere

Come ci si procura la materia prima? Bisogna fare un bel distinguo!

Le anatre

Per quanto riguarda le anatre la materia prima proviene dagli animali morti che poi saranno dati al macello.

Le Oche

Per quanto concerne quelle delle oche provengono da animali vivi che sono spiumati.

Per legge la spiumatura dovrebbe essere fatta in modo tale da non dare dolore agli animali perciò aspettare il periodo della muta vale a dire quando perdono le piume in maniera naturale tuttavia se questa materia prima proviene da Paesi non così ligi e rispettosi dei diritti degli animali non è detto che sia così.

E allora perchè non pensiamo al sintetico?

E allora perchè non pensiamo al sintetico? Il materiale sintetico utilizzato per le imbottiture di cuscini, trapunte e giacche a vento è l’ovatta e il poliestere.

Caratteristiche

Per i capi che vengono usati in maniera quotidiana ha le stesse identiche proprietà delle piume sia come confort termico sia come leggerezza.

Se si prende, ad esempio un piumino, l’imbottitura in ovatta a vedersi è tale e quale a quella delle piume e a occhio nudo non si riconosce la differenza … forse ma dico forse un esperto in materia potrebbe notare che quello sintetico è giusto un pò più gonfio rispetto a quello con le piume.

Lati positivi del sintetico

I lati positivi sono il prezzo dato che quello sintetico costa quasi due terzi in meno rispetto a quello con le piume.

I piumoni da letto sono anche lisci in quanto non serve la trapuntatura per fissare l’imbottitura.

La rivestitura esterna può essere fatta con materiale impermeabile al 100%.

E’ più facile e meno complessa la pulizia del giaccone in quanto quello sintetico può essere lavato senza bisogno di essere portato in lavanderia per la pulizia e la sterilizzazione, ma va benissimo anche metterlo nella nostra lavatrice di casa.

Impatto ambientale

Tutte e due i prodotti hanno comunque un impatto ambientale sotto il profilo della classificazione LCA.

Cosa è la classificazione LCA?

La classificazione LCA è un metodo internazionale che prende in esame tutto ciò che occorre per il ciclo produttivo di un dato articolo e il suo smaltimento.

Quanto inquina la piuma? E il poliestere?

Piume no meglio il sintetico 8 cose da sapere

Per le piume il suo impatto sono gli allevamenti di animali e il loro sfruttamento mentre per quanto concerne il poliestere è dato dalla sintesi del petrolio. Il petrolio è rinnovabile ma non biodegradabile.

E’ tuttavia altrettanto vero che il poliestere è più sostenibile rispetto a lana e cotone in quanto questi ultimi per essere prodotti hanno bisogno di molta acqua.

Come non sbagliare nell’acquisto?

E’ impossibile sbagliare a meno che non ci sia “sotto” un imbroglio altrimenti in etichetta deve essere riportato di che materiale si tratta.

Cosa dice la legge in Italia relativamente alla spiumatura?

Nel nostro Paese dal 2001 la spiumatura di animali vivi è vietata.

Tuttavia la certezza al 100 per 100 che le piume provengano da animali preventivamente uccisi non c’è però è altrettanto vero che sia le associazioni animaliste si stanno attivando in tal senso sia che i maggiori brand stanno scegliendo per le imbottiture alternative.

Per maggiori informazioni clicca quihttps://www.lav.it/scopri-cosa-facciamo/campagne/moda-animal-free/piume

Potrebbe interessarti anche https://www.informablog.eu/lavorare-a-maglia-che-passione-5-cose-da-sapere/

Un attento lettore, Signor Daniele, precisa quanto segue e che ben volentieri riporto qui di seguito per correttezza d’informazione.

Partendo dalla vostra definizione di piuma d’Anatra e Oca, l’articolo lascia intendere che la piuma d’oca sia approvvigionata in ogni caso da live-plucking (ovvero da animali vivi), e viceversa per l’anatra.

Ebbene, a patto di rivolgersi ad aziende di un “certo livello” di qualità del settore tessile, negli ultimi anni al fine di salvaguardare il benessere degli animali sono nate diverse certificazioni in merito: una su tutte Responsible Down Standard (in essere dal 2014, oggi di proprietà di Textile Exchange) ad oggi vanta un controllo esteso su tutta la filiera produttiva di un piumino grazie ad accurati audit di terze parti eseguiti periodicamente in ogni singola azienda della supply chain; la priorità della certificazione è il benessere dell’animale dalla nascita al fine vita, proibendo l’alimentazione forzata di oche ed anatre e la loro spennatura da vivi, ed assicurando quindi che ogni singola piuma dell’animale sia prelevata in condizioni post-macellazione (quindi da sottoprodotto dell’industria alimentare). Un prodotto certificato “RDS” sarà composto soltanto da piuma responsabile al 100%; vi sarà utile sapere che anche nei paesi “non così ligi e rispettosi dei diritti degli animali” questa certificazione volontaria è molto diffusa in quanto diventata un vero e proprio requisito minimo per accesso al mercato tessile di qualità. In quest’ottica, oltre ad RDS vale la pena segnalare anche “Downpass”, altra certificazione che si pone gli stessi obiettivi dell’RDS e molto diffusa in Germania, e “DIST”, ovvero il programma stringente sulla tracciabilità della piuma e benessere degli animali sviluppato e rigorosamente applicato da Moncler per i suoi prodotti in vera piuma.

Per chi fosse particolarmente sensibile rispetto al tema delle piume di derivazione animale, segnalo inoltre un mercato ancora più responsabile per l’approvvigionamento della piuma ovvero il mercato “Recycled” post-consumer (spesso certificato dal Global Recycled Standard, sempre di proprietà di Textile Exchange), in termini prestazionali molto affine alla piuma “vergine” ma ricavata da piumini e piumoni destinati alla discarica, permettendo una scelta al 100% ecosostenibile.

Affermare che il sintetico abbia “le stesse identiche proprietà delle piume” è un’affermazione errata, infondata e contrastata da migliaia di analisi che ne dimostrano il contrario; in termini di comfort il paragone non si pone neppure, ed anche a livello estetico la differenza è tangibile anche da occhi non esperti. Aggiungo che anche il piumino può essere lavato nella lavatrice di casa, può essere altrettanto rivestito con materiale impermeabile al 100% ed esistono aziende produttive, anche Made in Italy, che creano tessuti in piuma in grado di essere utilizzati in capi e piumoni senza bisogno di trapuntature.

Un’altra grande differenza, forse la più importante, tra il sintetico (da voi elogiato) e la piuma (da voi demonizzata) è la biodegradabilità del prodotto: la piuma è 100% biodegradabile in circa 150 giorni se posta in impianto di compostaggio industriale, mentre un’imbottitura sintetica può impiegare fino a 400 anni per biodegradarsi. Inoltre, il sintetico (che sfortunatamente rappresenta già circa il 63% della quota complessiva di fibre utilizzate nell’industria tessile) è in prima persona il responsabile del 35% delle microplastiche presenti nei nostri oceani (microplastiche separatesi dai capi sintetici in seguito all’utilizzo del capo stesso, il suo lavaggio domestico e il suo smaltimento in discarica), che come ben sappiamo fanno già pienamente parte della nostra catena alimentare, insidiandosi persino nella placenta delle donne in gravidanza (i ricercatori dell’università del New Mexico hanno di recente rilevato dai 6,5 ai 790 microgrammi di microplastiche per grammo di tessuto in 62 campioni di placenta). In più, in seguito ad accurate analisi si è arrivati a concludere che la piuma ha un impatto ambientale tra 0,67 e 11,8 volte inferiore rispetto ad una comune imbottitura sintetica, prendendo in analisi diverse variabili di impatto tra cui ecosistemi, approvvigionamento delle risorse, salute umana, domanda energetica, cambiamenti climatici (2019, Life Cycle Assessment of Down Fill Material – Long Trail Sustainability).

Altro appunto completamente errato dell’articolo, tanto da meritare una riga a sé: il petrolio NON è assolutamente una risorsa rinnovabile.

Infine, un altro punto toccato dall’articolo riguarda il costo dell’imbottitura definendo che “quello sintetico costa quasi due terzi in meno rispetto a quello con le piume”: riguardo a ciò vale la pena interrogarsi sul cosiddetto “COST-PER-WEAR”, ovvero il costo iniziale dell’indumento suddiviso per il numero delle volte che questo verrà indossato. Va detto, a proposito di ciò, che i tessuti sintetici (così come le imbottiture) sono statisticamente smaltiti più in fretta dei tessuti naturali a causa di problematiche perlopiù imputate all’estetica del capo (che si parli di “moda” e quindi di necessità di disfarsi del capo in quanto esteticamente obsoleto, o di difetti estetici in quanto spesso irrisolvibili per i tessuti sintetici, al contrario di quelli naturali), rendendo di fatto tessuti naturali come la piuma molto più convenienti sul lungo periodo (e sbilanciando la sostenibilità a favore della piuma con un impatto di circa 35 volte in meno rispetto al sintetico, considerando il tempo di utilizzo corrispondenti ai due capi).

Che si tratti di un sito autorevole, di un blog personale od anche solo una pagina personale di Linkedin sarebbe opportuno e scientificamente apprezzato che prima di fare “informazione” ci si informi a dovere sull’argomento trattato. Non basta trascrivere opinioni tutt’altro che imparziali, notizie per sentito dire senza autorevoli fonti da citare; le notizie vanno analizzate con senso critico, poste in maniera oggettiva e, per quanto possibile, interpellando quanto disponibile a livello analitico, statistico e/o comprovato se ci si imbatte in articoli di natura tecnica come questo.

3 commenti su “Piume no meglio il sintetico 8 cose da sapere”

  1. Egregio Signor Daniele,
    La ringrazio per la segnalazione che come può vedere ho riportato direttamente nel post.
    Attenti lettori come Lei sono un valore aggiunto per il blog e ci spingono a fare sempre meglio.
    Mi raccomando a Lei continui a seguirci.
    Cordiali saluti.

    Rispondi
    • Gentilissima Monica, la ringrazio per aver accolto così positivamente la mia risposta, le fa onore. Sarò sembrato anche brusco ma è un argomento che ho particolarmente a cuore in quanto mi impegno ogni giorno per provare a fornire piccoli contributi di ecosostenibilità all’azienda per la quale lavoro e, indirettamente, al mercato tessile di cui facciamo parte. Saluti.

      Rispondi
      • Egregio Signor Daniele,
        sono consapevole di non essere una tuttologa anche se prima di pubblicare un post mi informo sempre da svariate fonti onde evitare di scrivere cose sbagliate, ma qualora dovesse capitare (e qualcuno mi segnala le sue ragioni come ha fatto lei) cerco di recuperare all’errore ben volentieri.
        Se in questo modo ho rimediato a uno sbaglio che è stato fatto in modo totalmente involontario siamo contenti in due.
        Se ha piacere continui a seguirci se lei lo facesse ne saremmo felici tutti noi di Informablog.eu.
        Grazie, cordiali saluti e a presto 😀

        Rispondi

Lascia un commento