Dopo alcuni anni che a causa del Covid non si potevano fare grandi festeggiamenti quest’anno si torna a poter festeggiare il Carnevale fino al 21 febbraio eccezion fatta per Milano dove si arriverà fino al 25 febbraio.
La parola “Carnevale” deriva da “carnem levare” ossia togliere la carne dal nostro menù in quanto secondo la tradizione Cristiana al “Martedì Grasso” ci si abbuffa prima dell’inizio della Quaresima che sarà poi periodo di digiuno e di magro.
Tuttavia alcuni studiosi dicono che questa tradizione è ancora più antica e risalga, addirittura, ai saturnali romani e all’antica Grecia.
Per altri, invece, il Carnevale è da collegare alla natura e ai suoi ritmi tuttavia quello che è certo che al giorno d’oggi il Carnevale si associa ai festeggiamenti di Venezia, Viareggio e Ivrea che sono sicuramente alcuni tra i più famosi della nostra penisola.
Il Carnevale e i suoi tanti festeggiamenti
Però io ora andrò a raccontare, forse, qualcuno meno noto che però è certamente altrettanto bello e particolare quindi degno indubbiamente di essere conosciuto.
Molise: il Carnevale del Diavolo di Tufara (Campobasso) hanno origini davvero molto antiche e rurali. Il costume tipico richiama una capra che è l’animale il cui padrone degli inferi si incarna. Nel periodo del Carnevale questo essere girovaga per le strade del borgo con un tridente in mano con tutt’intorno Morti e Folletti che sono dei figuranti con della farina in faccia e che sono vestiti di bianco. Il finalone si tiene la sera del Martedì Grasso quando il fantoccio che impersonifica il Carnevale viene gettato dal castello. Per maggiori informazioni visitare il seguente sito internet https://www.turismoinmolise.com/diavolo-di-tufara/
La Foresta che cammina a Satriano di Lucania che si tiene il 18 e il 19 febbraio e, in generale, che normalmente si tiene la domenica prima del Mercoledì delle Ceneri. Il borgo si popola di 131 alberi che girano per le strade e che rappresentano tutti i comuni della Basilicata e andranno a bussare con i lori rami ad ogni porta. I Rumita sono eremiti ricoperti di foglie d’edera che hanno un’antica tradizione e da più di dieci anni l’Associazione “il Parco” che è composta da volontari che vogliono proporre degli eventi che siano sostenibili e che riescano a creare un corretto rapporto tra la Terra e l’uomo. La partecipazione alla manifestazione è aperta a tutti ed è gratuita.
In Friuli il Carnevale richiama alla memoria la tradizione popolare e a Sappada in provincia di Udine c’è una festa spontanea che lo ricorda. Le maschere sono di legno che vengono fatte da artigiani locali che si tramandano questa tradizione da generazione in generazione. Ogni domenica che precede la Quaresima ha una sua specificità, ad esempio, la prima è dedicata ai poveri, la seconda ai contadini e l’ultima ai signori. Il simbolo tipico di questo borgo e “il Rollante” che si veste di pelli e con pantaloni a righe ed ha una scopa in mano. Non si può sapere chi lo indossa perché il vestito copre la persona interamente e la maschera ne falsa la voce e questa è, forse, la vera natura del Carnevale che dà la possibilità di fare degli scherzi senza essere riconosciuti.
Nella Marmorata (provincia di Sassari), infine, c’è una manifestazione davvero molto folcloristica. È un Carnevale molto antico che con buona probabilità è più cerimonia sacra che un vero e proprio Carnevale. Le maschere vogliono rappresentare i saraceni che devono indossarle come segno di sottomissione ai sardi che ne sono vittoriosi. I Saraceni, oltre alle maschere in legno sono abbigliati con vesti di velluto e pelli di pecora ed hanno in mano dei campanacci che servono a scandire il ritmo della sfilata mentre i Sardi hanno dei pantaloni e camicie bianche con giubbetto di colore rosso. E chi viene “catturato” sul percorso deve offrire da bere il classico e ottimo vino “Cannonau”.
L’elenco potrebbe proseguire ancora e, a lungo, però per il momento mi fermo qui.
Articolo scritto da:
MONICA PALAZZI