Cassaforte bloccata: cosa fare per aprirla

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Molti di noi per conservare gioielli, orologi di valore o documenti, hanno fatto installare in casa una cassaforte e prevenire possibili furti in casa. Le più utilizzate sono quelle a muro, seguite da quelle inserite all’interno di mobili o complementi d’arredo e da quelle a pavimento:

  • La prima viene inserita in un inserto ricavato nella parete, il suo sportello di apertura viene solitamente nascosto dietro ad un quadro o un mobile;
  • La seconda viene nascosta in una nicchia ricavata all’interno di un arredo;
  • Quella a pavimento viene posizionata al di sotto della pavimentazione, all’interno di un apposito vano simile a quello della cassaforte a muro, risultando perfettamente mimetizzata con il resto del pavimento della stanza. Non si noterà nessun dislivello.

Ormai quasi tutti i modelli di cassaforte hanno sostituito la classica chiave, con una combinazione di codici al cui corretto inserimento segue l’apertura dello sportello. In questo articolo, andremo ad analizzare i comportamenti da adottare nel caso in cui ci fosse un problema con l’apertura di questi macchinari.

Metodi per aprire una cassaforte bloccata

Grazie ai consigli di fabbrotorinoeprovincia.it, impresa di pronto intervento fabbro a Torino, con cui abbiamo collaborato per la realizzazione di questo articolo, siamo in grado di suggerirvi cosa fare nel caso in cui la serratura di una porta fosse bloccata. Innanzitutto, è inutile agitarsi. Se il problema non è legato ad un inserimento errato del codice (che può essere risolto tramite l’immissione della combinazione di emergenza), potrebbe dipendere dalle batterie scariche.

Una cassaforte per essere definita di buona qualità deve disporre di un meccanismo di allerta, atto ad avvisare quando le batterie sono prossime al loro esaurimento, proprio per evitare questo spiacevole inconveniente. Grazie a questo alert potremo provvedere preventivamente alla sostituzione delle batterie. Naturalmente, le varie marche in commercio presentano differenze anche per quanto riguarda la vita delle batterie. Anche questa è una caratteristica importante da considerare nella scelta del modello di cassaforte.

Ma se ci ritroviamo con la nostra cassaforte chiusa e con la batteria scarica, cosa possiamo fare per aprirla? Alcuni modelli sono dotati di appositi meccanismi per l’apertura di emergenza: si tratta di contatti esterni, chiamati tamponi, che si trovano sulla tastiera. Basta appoggiare una semplice batteria da 9V sui tamponi per alimentare l’apparecchio quanto basta, e consentirci di digitare nuovamente il codice di apertura.

Esistono poi modelli di cassaforte che prevedono una chiave di emergenza, intesa proprio come una chiave fisica che ci consentirà di eseguire l’apertura meccanicamente. In questo caso l’inconveniente sta nel trovare una custodia sicura per essa.

Sul mercato sono disponibili anche modelli di casseforti elettroniche dotate di cavo di alimentazione esterno, che consente di collegare la cassaforte ad una fonte di alimentazione esterna. In parole povere, collegando questo cavo ad una qualunque presa elettrica domestica, la cassaforte verrà riattivata e sarà possibile digitare il codice di accesso per l’apertura.

Quanti tipi di cassaforte esistono?

In generale, possiamo classificare i tipi di cassaforte in tre categorie principali:

  • La cassaforte meccanica: presenta un rischio pari a zero per quanto riguarda gli inconvenienti di tipo elettronico, però di contro offre un numero limitato di combinazioni e pertanto risulta più facilmente violabile dai malintenzionati;
  • La cassaforte elettronica: più sicura, in quanto la chiave di apertura è costituita da un codice numerico segreto stabilito dall’utente e memorizzato nella cassaforte. In questo caso il problema può essere rappresentato dal tenere a mente questo codice;
  • La cassaforte biometrica: sceglierne una di questo tipo, rappresenta una soluzione per ovviare al problema del ricordare il codice. La sua caratteristica è quella di possedere un sistema di apertura e chiusura biometrico, si può scegliere tra riconoscimento facciale, della retina o delle impronte digitali.

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